Le donne rumene e bulgare che lavorano nei campi italiani, nei quali si coltivano la frutta e la verdura vendute in tutta Europa, lasciano i loro figli nei Paesi di origine con le nonne, per mesi o addirittura anni. Un’esperienza dolorosa per migliaia di bambini, definiti «orfani bianchi». Gli insegnanti e i presidi rumeni e bulgari parlano di una tristezza di fondo dei minori «abbandonati». Alcuni faticano a concentrarsi in classe e hanno un rendimento scolastico scarso.
Secondo una ricerca appena pubblicata in romeno da Save The Children, nel 2022 più di mezzo milione di bambini, nella sola Romania, ha avuto almeno un genitore emigrato all’estero per lavoro. Per le madri è penoso stare lontane dai figli. A causa dello stress, possono soffrire di disturbi psicologici e psichiatrici che richiedono cure specialistiche, come accade nell’Ospedale psichiatrico di Iași.
Le madri lontane racconta le conseguenze dell’agricoltura intensiva, basata sullo sfruttamento delle donne dei paesi dell’Est. Il reportage è stato realizzato tra Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Romania e Bulgaria, con interviste a braccianti, psicologhe, storici, sindacalisti, presidi e insegnanti.
La mostra è formata da 24 foto 70 x 50 cm incorniciate, 4 stampe 70 x 50 cm con le didascalie e 2 stampe descrittive 70 x 50 cm.
Le foto sono state pubblicate su Al Jazeera, IrpiMedia e Azione nel 2023.
La mostra è stata allestita in scuole, gallerie e sale museali.
– Liceo scientifico statale Galileo Galilei di Potenza;
– Torre normanna di Picerno (PZ);
– Palazzo Marangoni di Lauria (PZ);
– Moon (Museo officina oggetti narranti) di Potenza;
– Galleria Rossini di Pesaro;
– Oratorio Oikos, Treviso;
– Modena, Casa delle donne, Festival Scomode;
– Cesena, Biblioteca Malatestiana.
La mostra è inserita nel sito didattico della Fondazione Città della Pace www.migrazioni-edu.it